Prima la sceneggiatura, poi il montaggio
Off Track #01 - Dove si parla di noia e di europei su strada
Ciao!
Questa è la prima vera newsletter che scrivo, quindi metto subito le mani avanti. Non ho la minima idea se funzioni per come la ho in mente. Se quello che scrivo ha veramente senso come lo vedo in testa, ma se non inizio a provarci come potrei mai saperlo. Quindi eccoci qua. Avete risposto in numerosi al primo lancio su Instagram e vi ringrazio! Spero di ricambiare il vostro affetto nel modo migliore possibile, ovvero dicendo qualcosa che vi interessi davvero, stimolando riflessioni e pensieri. Iniziamo, quindi. E buon lunedì!
Questo fine settimana, sabato 12 e domenica 13, si sono svolti in Belgio i nuovi Europei di corsa su strada. Mezza maratona il sabato, 10km e maratona la domenica. Partiamo dai risultati più interessanti per approfondire una questione più ampia, che riguarda l’atletica e il modo con cui l’atletica si riesce a vendere al mondo. Se non vi interessa dei risultati e di quello che ne penso potete saltare avanti, la comprensione della seconda parte non ne verrà intaccata! (anche se sarebbe un peccato…)
1. Mezza maratona
Uomini
La vittoria netta di Gressier non stupisce, anzi, avrebbe stupito tutti il contrario. Al sorriso più bianco di Francia però non basta vincere. E così, tutto solo, ci regala un record dei campionati di gran valore considerato l’impegno che il percorso richiedeva, un gap sul secondo di 1 minuto e 23 secondi e l’annuncio (a suo modo, vedi foto sotto) che questa estate farà sul serio anche sui 3000 siepi, avendo capito che ai mondiali la situazione inizia a essere complicata su 5000 e 10000 metri. Come biasimarlo. Tutto fatto con una sicurezza di sé rara nel nostro ambiente. One Man Show
Più entusiasmante la lotta per il bronzo e merita una citazione il ragazzo che questa sfida l’ha vinta, tanto per cambiare un altro francese, Gondouin. E ci è arrivato con una rimonta memorabile. Cioè: dopo 2km insieme ai primi si stacca, prende venti e passa secondi in 3km e poi decide di ritornare sotto sul terzo da metà gara e vincere in volata. Non male Valentin. Acutil Fosforo
Gli spagnoli ne piazzano cinque nei primi tredici e arrivano comunque secondi a squadre, vedi cosa succede ad avere il PIL che cresce il quadruplo dell’UE. Bronzo Italia, che non fa mai male.
Donne
Non si è ben capito dove sia scomparsa l’ultimo km la nederlandese Van Es che aveva quasi 2 minuti di PB meglio della vincitrice (dal 15°km ha iniziato a soffrire di “fitte addominali”, dice lei su Instagram), dopo 18km con le due belghe, oro e argento. Ovviamente ci dispiace quando qualcuno sta male, ma intanto ci godiamo il gran bronzo di Sara Nestola (trascinando l’argento a squadre) che stacca il suo gruppetto e si pappa la spagnola Soler, saltata dopo il tentativo di rimonta in solitaria. Allenarsi nello smog della Bassa Padana è ufficialmente meglio che farlo in Catalogna. Hasta el amanecer
2. 10KM
Donne
Doveva vincere e l’ha fatto. Tutto in regola, solita musica in Europa. Battocletti porta a casa una gara regolare, staccando senza problemi il resto del gruppo e con 9” di PB/record italiano. Come con Gressier, non penso qualcuno si aspettasse qualcosa di diverso. Piuttosto la doppia top 10 per Yaremchuk e Gemetto con l’oro a squadre non era scontata. Dietro Lukan, nonostante il gran personale di 30’26”, non tiene un passaggio “lento”, prende l’imbarcata e dall’alto del suo minuto e venti in più di PB la tedesca Dieterich riesce a batterla in volata. Niente di nuovo sul fronte Occidentale
E tanti auguri a Valentina Gemetto!
Uomini
Gran bella gara combattuta, con Lobalu favorito che si ritira. Il mezzofondo “prolungato” francese vive un momento miracoloso che sembra non aver ragioni per finire, in tre nei primi quattro. Intruso Kimeli terzo che soccombe all’azione del dott. Schrub (il Parolini d’oltralpe) assieme a Daguinos, poi il rinato Palcau. Con una settantina di metri di dislivello 27’37” direi che non è male. Che mangino brioches
Degno di nota: l’inglese Beattie che se avesse corso nella gara élite sarebbe arrivato 13°. Invece non l’hanno convocato e se l’è fatta da solo partendo quasi un minuto e mezzo dopo gli altri. I soliti pasticci della federazione britannica.
3. Maratona
Uomini
Vince il nostro Aouani, e questa invece non era scontata, anzi. Mette dietro tre atleti con il personale migliore del suo, tutti israeliani, senza cadere nel loro “gioco di squadra” e da possibili nervosismi. Vittoria che vale doppio. Il Parco Forlanini di Milano Linate inizia a dare i suoi frutti. Mashallah
Donne
Gara equilibrata. Vince una spagnola su un’altra spagnola, su altre due israeliane. La prima a una certa è caduta tirata giù da un ragazzo della gara “aperta” mentre prendeva una borraccia e la seconda a una certa si è messa a sgridare una povera atleta belga per non si sa benissimo quale ragione. Hanno tenuto viva una gara non super entusiasmante. La cumbia della noia
Grazie a questo nuovo evento mi è tornata in mente una questione “classica” che si ripete ciclicamente: guardando l’atletica spesso ci si annoia. Insomma, un inizio poco controverso penserete voi. Ma vi stupirò, perché penso che questi nuovi Campionati Europei invece siano un passo positivo per migliorare la situazione. Cerchiamo di capire il perché.
Non sono il primo a dirlo, figuriamoci. È una delle questioni più dibattute di questo sport, per la quale si fa fatica a trovare una soluzione. Non sono sufficienti gli anni olimpici per considerare l’atletica “viva” per il pubblico. La grossa difficoltà, dalla quale derivano ripercussioni enormi per l’indotto economico che riesce (o meglio non riesce) a generare, è che non è attrattiva. Lo spettatore medio della televisione che si trova sulla Rai a vedere una tappa di Diamond League, la massima lega mondiale, semplicemente è disorientato. Non viene coinvolto dal “format” di un prodotto che guarda come si guarderebbe una galleria di arte astratta: con rispetto, ma molta confusione.
Il problema non sono mai i grandi eventi. Gli Europei, i Mondiali e le Olimpiadi vanno sempre benissimo in termini di share e di presenze (anche se gli Europei all’Olimpico di Roma…). Hanno un loro valore, la gente lo capisce. Persino in Italia, diciamo da Tokyo 2021 in poi. Il problema, per come la vedo io, è non avere un’identità riconoscibile nelle menti delle persone. Mi spiego peggio.
Prendete il ciclismo (è un mio pallino, tornerà spesso) che è noioso per la maggior parte del tempo. Il punto non è tanto il fatto di esserlo in sé, perché rappresenta qualcosa di chiaro nelle menti delle persone, non solo degli appassionati. È lo sport degli eroi, di quelli che fanno migliaia di chilometri in bici in tre settimane, scalando montagne leggendarie, toccando velocità folli in discesa e come diamine fanno a non cadere quando sono in ottantaquattro in dieci metri e vanno a 50km/h. Chiunque sa cosa siano il Giro d’Italia e il Tour de France. Ogni anno ci sono “le classiche” in primavera e in autunno. C’è uno schema chiaro, più o meno sempre le solite strade, da decenni, da più di un secolo in alcuni casi. Da marzo a ottobre, con il ciclocross d’inverno, la trama fila liscia.
Dove voglio arrivare? Che sono proprio queste le cose che mancano all’atletica leggera. Forse è meno noiosa del ciclismo. Anzi, sicuramente lo è. Ha più momenti alti una tappa di Diamond League rispetto ad una tappa del Giro di 200km piatta in mezzo alla Pianura Padana. Nel secondo caso è come guardare un film di Tarantino, lungo, sai che devi aspettare il finale e ti godi il resto; nel primo caso è come un film d’azione di Micheal Bay dal quale te ne esci senza averne capito il senso, ma almeno si esplodeva tutto. È facile che una gara “funzioni” quando finisce tutto nel giro di pochi minuti o secondi. Quando stiamo sopra i cinque minuti la musica cambia - considerata la soglia dell’attenzione odierna - ma, di nuovo, non è questo il punto.
Quello che l’atletica leggera non riesce ad avere è un carattere riconoscibile, rispetto ad altri sport “minori” (passatemi il termine), come il tennis o il ciclismo. Non riesce ad emergere nel corso dell’anno oltre ai soliti “scontri tra nazioni”. Ha un calendario estremamente frammentato con il quale non riesce ad avere una narrazione lineare, una trama precisa. Della Diamond League faccio fatica a capire io come funzioni: quindici tappe in giro per il mondo, trentadue discipline diverse che si mischiano nel corso dei vari appuntamenti, la finale qualche volta prima qualche volta dopo l’evento internazionale dell’anno (mondiale, olimpiade, europeo ecc.). Insomma, un po’ come Interstellar. Ne puoi apprezzare gli aspetti tecnici, la parte visiva, l’impegno pratico ecc. ma la sceneggiatura non si regge in piedi. Due ore e tre quarti. Meglio la replica della Paris-Roubaix di ieri.
Ed è qui che entrano in gioco eventi nuovi come questo (o la nuova lega di Micheal Johnson). Qualcuno nella sede EA a Losanna ha capito che la mezza e la maratona dentro i soliti europei iniziavano a starci stretti e ha pensato che un evento dedicato, aperto al pubblico, potesse funzionare. In due giorni, tre gare più o meno sullo stesso percorso. Tre titoli europei in più nello stesso anno. Perché penso che sia una boccata di ossigeno per l’atletica un evento come questo? Perché penso aiuti a tracciare una strada chiara di cosa si vuole diventare, cercando di sistemare un calendario sconnesso con competizioni come questa, comprensibili, di facile elaborazione per lo spettatore. Gare che assomigliano alle “classiche” del ciclismo, atleta contro atleta, squadra contro squadra, che ha un percorso che può essere protagonista, tra pubblico (che può anche partecipare, aspetto non trascurabile), altimetria, planimetria e panorama. Può annoiare in parte, ma inizi a dare un’impronta chiara di quello che vuoi essere. Ci sono delle cose da sistemare, ovviamente, molte. Tra le altre che si potrebbe fare ogni anno, come le campestri per esempio. Intanto penso sia un passo nella direzione giusta.
Forse potrei approfondire di più la questione, magari un’altra volta, o avrei dovuto approfondire di meno. Devo prendere le misure, anche in base a cosa ne pensate voi! Quindi non esitate a dirmi come credete sarebbe stato meglio impostare la struttura, se ho scritto troppo o troppo poco di qualcosa in particolare e potevo concentrarmi di più su altro. Accetto anche gli insulti.
Grazie per essere arrivato fino a qui, spero di aver scritto qualcosa che ha stuzzicato il tuo interesse. Questa volta c’era tanta carne al fuoco che riguardava il mezzofondo/fondo e ho cercato di non essere troppo soporifero. La prossima settimana vediamo cosa ci sarà di interessante da commentare e da cui farsi ispirare.
Alla prossima!
Jacopo
Qualche curiosità dai social:
Ingebrigtsen nel tempo libero fa il meccanico. Sì, ha molte macchine e molto costose. Troppa benzina per un norvegese.
Bryce Deadmon corre 44”30 (WL) vestito come di solito faccio colazione d’estate.
Qualcuno fermi Gout Gout!
Ciao!! Grazie del commento 😇 mi sa che gli errori di battitura ci resteranno, non ho ancora un team i revisori 🤪
Hai tirato fuori un'ottima osservazione. Chiunque o quasi sa cosa voglia dire mettere un paio di scarpe ai piedi e correre. È più facile immedesimarsi in un fondista che in un 400ista o in un persiste. Ed è quindi più semplice riuscire a creare eventi accattivanti e coinvolgenti. Per le discipline più tecniche è un'altra storia, e infatti qui si dovrebbe aprire un capitolo molto ampio sulla lega di Johnson e sulle innovazioni come i salti con pedana libera. Probabilmente ci sarà modo di parlarne in futuro!
Ciao Jacopo!
Mi è piaciuto molto l'articolo, sia in termini di contenuto sia in termini di lunghezza, penso ci siamo.
Solo nel testo un paio di imprecisioni di battitura, ma questo è solo per fare l'avvocato del diavolo 😈
Volevo sollevare l'argomento visibilità dell'atletica leggera nel mondo televisivo e non solo.
Parlando di mezzofondo/fondo, forse è "più facile" (passami il temrine) avere seguito e visibilità, perché nell'immagine collettiva e qualcosa che "possono fare tutti".
Mi spiego peggio, intendo che abbiamo tante persone che conosciamo o di cui sentiamo dire, "vado a farmi la 10km di paese, la mezza che hanno organizzato in zona, preparo la maratona ecc. ecc", perché forse è una cosa più alla portata di tutti, che quasi tutti possono provare a fare e preparare.
Chiariamoci, non discuterò su come vengano fatte le preparazioni di queste distanze da "non addetti ai lavori".
Questo per dire, che seguire a livello mediatico queste discipline forse è più semplice.
Mentre tutt'altra storia avviene sulle altri discipline in pista, dalla velocità (tolti i 100m che conosco tutti), i salti in estensione ed elevazione, lanci (forse il settore meno interessante da seguire dai non schermi) e anche il mezzofondo su pista.
Ci sono molte aree grigie, cui penso sia veramente difficile far seguire dalla tv.
Prendiamo ad esempio i lanci.
Penso che siano le discipline più tecniche dell'atletica leggera.
Tantissime ore per preparare il gesto tecnico del disco (prendo ad esempio il disco), bisogna essere impeccabili per fare uscire l'attrezzo alla giusta altezza, con la massima spinta possibile, però viene tutto ridotto ad un inquadratura "scarsa", da dietro la rete, con un inquadratura poi all'attrezzo durante la fase di volo e di atterraggio.
Inquadratura all'atleta ed è finita lì.
Ecco io francamente ci ho pensato spesso, però in discipline del genere (che per noi appassionati di questo ampio sport, sappiamo quanto impegno ci sta dietro ad ogni disciplina), come si fa a dargli la giusta attenzione per renderle imperdibili, o quantomeno interessanti per il grande pubblico?
Non riesco a trovare una risposta, se non forse di far capire, durante i vari momenti morti della trasmissione, come funzionano le varie discipline che da lì a poco saranno mostrate.
Magari con dei video tipo "reel o shorts", data anche la bassa soglia dell'attenzione, incastrati tra la varie riprese.
Però è difficile dare visibilità ad uno sport ampio come l'atletica se, come hai anche detto tu, è molto confuso tra gli eventi di rilievo.