NON VI SIETE DIVERTITI? NON VI SIETE DIVERTITI?!
Urlava Massimo Decimo Meridio, l’Ispanico, dopo aver massacrato cinque gladiatori in una delle scene più memorabili del cult di Ridley Scott. Abbiamo parlato di “intrattenimento” nella newsletter #01, ovvero della necessità di rendere l’atletica uno sport più appetibile per chi lo guarda in televisione dall’esterno. E devo dire che gli eventi degli scorsi giorni sono abbastanza emblematici del tentativo dell’atletica mondiale, nelle sue più varie sfaccettature, di cercare di intrattenere il pubblico. Se qualcuno dovesse rappresentare l’ultima settimana di gare sarebbe Russell Crowe che urla alla folla se è riuscito a saziare la loro fame di divertimento.
Newsletter numero quattro! Dai risultati delle ultime gare cerchiamo di capire se il nuovo Grand Slam Track (GST) di Michael Johnson stia andando da qualche parte e se la Diamond League (DL) versione cinese funzioni a suo modo.
Siamo sulla strada giusta?
In circa 17.000km² tra Shanghai, Huzhou, Hangzhou e Shaoxing abitano grosso modo 50 milioni di persone. L’Italia è grande più o meno 300.000km² e ha 58 milioni di abitanti, per dire. A sud di Shanghai, nel distretto di Keqiao si trova lo stadio da 40 mila posti in cui si è svolta la seconda tappa di DL, chiamata Shanghai/Keqiao. Qualche progresso c’è stato, ma ancora si fa fatica a riempire gli stadi da quelle parti. Considerata la densità abitativa direi che c’è del margine.
In Florida, dall’altra parte del mondo, e più precisamente a Miramar nell’Ansin Sports Complex a pochi km da Miami si è svolta la seconda tappa del GST. Il primo evento della nuova lega di Micheal Johnson non era andata benissimo, si vedeva che gli ingranaggi non erano ben oliati. Questa volta ha funzionato un po’ meglio, c’era più ritmo e più pubblico (capienza da 5 mila posti, più facile non sfigurare), anche se restano grosse criticità.
Non avendone mai parlato non voglio dare niente per scontato, vediamo velocemente come funziona il Grand Slam Track. Per chi lo sa già può passare alla sezione successiva, ovviamente.
Ci sono quattro eventi a stagione. Due sono già passati: Kingston, in Giamaica, il 5-7 aprile e Miami questo weekend. I prossimi saranno Philadelphia il 30 maggio-1 giugno e Los Angeles il 27-29 giugno. Un primo anno tutto molto americano-centrico. Durante ogni evento gareggiano circa 96 atleti: 48 fissi (racers) sotto contratto e 48 che cambiano ad ogni tappa (challengers), quattro racers e quattro challengers per gara. Gli atleti sono divisi in sei categorie (sei per gli uomini e sei per le donne): velocità corta (100+200), velocità lunga (200+400), mezzofondo veloce (800+1500), mezzofondo prolungato (3000+5000), ostacoli corti (100hs+100), ostacoli lunghi (400hs+400). Ogni singola gara assegna un punteggio in base alla posizione (12, 8, 6, 5, 4, 3, 2, 1). Quindi nei tre giorni dell’evento ogni atleta deve correre le due gare della propria categoria, si sommeranno i due punteggi ottenuti e verrà definita la classifica finale dopo la seconda gara. Ogni categoria avrà il proprio vincitore in ogni Slam che riceverà il premio da 100 mila dollari (poi a scalare 50, 30, 25, 20, 15, 12.5, 10 mila).
Quindi non ci sono concorsi, è tutto concentrato in pista, una gara per volta, senza lepri per il mezzofondo (umane e luminose). Conta solo la posizione. Il montepremi totale è di 12.6 milioni di dollari (contro i 9.24 della DL), 3.15 milioni per Slam. Ogni atleta che gareggia accetta di fare la “propria” gara e allo stesso tempo di farne una meno affine alle proprie caratteristiche. Uno specialista degli 800m non è detto che sia forte anche sui 1500m, anche se in gara tattica è pericoloso. Un duecentista può battere il quattrocentista sui 200 e giocarsela sui 400 ecc. Ci sono risultati più scontati e altri meno. È uno spettacolo diverso ogni Slam. La grossa distinzione con la DL che ripete sempre le stesse dinamiche, cambiando specialità e atleti di volta in volta.
In teoria i racers dovrebbero essere sempre gli stessi, ma ogni tanto qualcuno decide di farsi arrestare. Tipo Kerley, per la seconda volta.
Tra DL e GST la velocità e gli ostacoli al momento regalano le gioie più grandi. Gli statunitensi hanno iniziato a spingere sull’acceleratore già a maggio. Tinch Cordell in Cina diventa il quarto di sempre nei 110m ostacoli e inizia seriamente a mettere in dubbio la superiorità manifesta di Holloway degli ultimi anni. Masai Russell e Tia Jones, al limite dell’eleggibilità (+2.0 m/s di vento), fanno il secondo e il terzo tempo di sempre nei 100m ostacoli a Miami, per la prima vale il nuovo record americano. Sempre a Miami ma sui 100m spinto da un vento oltre limite (+2.4 m/s) Kung Fu Kenny Bednarek corre in 9.79, ufficialmente il mio velocista preferito. Primo sub-44 nei 400m della stagione, made in USA, e esordio di McLaughlin in un agile 52.07. Il resto per la maggior parte dei casi sono risultati lontani decimi e decimi di secondo dai propri personali. Il mezzofondo e i concorsi sonnecchiano, con qualche piccolo sussulto. È maggio e tutto va bene.
Risultati Miami — Risultati Shanghai
Gareggiare a maggio e ad aprile non è facile per nessuno, figuriamoci per chi deve finalizzare l’evento internazionale a settembre come quest’anno. Non sono qui per fare la lista della spesa dei risultati. Le classifiche sono sotto gli occhi di tutti, cerchiamo di andare oltre.
La contemporaneità di DL e GST ci permette di mettere direttamente a confronto due modi di intendere l’atletica. La prima più vecchio stampo: l’inseguimento quasi ossessivo dei record, una lunga storia alle spalle, che non ripudia l’innovazione ma la vuole integrare con oculatezza e sobrietà per paura di perdere la propria essenza. L’altro completamente nuovo: incentrato sullo show, sull’uno contro uno, sull’esaltazione della vittoria del singolo e non della prestazione di tutti, sull’essenzialità dei soldi, che la sobrietà non sa proprio cosa sia.
Quando queste due realtà si scontrano in un momento dell’anno particolare come questo, dove i risultati sono poco interessanti, lo show del GST in un certo senso mi sembra funzionare un po’ di più. Gli atleti non vogliono ricercare forzatamente una prestazione fenomenale in un momento dell’anno in cui “non serve”, e non gli è nemmeno richiesto. Non ci sono incentivi ad andare più forte, né per i mezzofondisti né per i velocisti. Micheal Johnson, leggenda dell’atletica americana, non ha tutti i torti quando dice che c’è bisogno di portare aria nuova. Lui pone la questione dei soldi come centrale: gli atleti d’élite devono gareggiare di più, farsi vedere di più, essere pagati di più.
Il fatto che ora esista una nuova serie di eventi in più sulla scena dell’atletica mondiale ci permette di “staccare” dalla noia delle prime tappe di DL. Personalmente ritengo che in quasi ogni questione della vita la concorrenza sia un bene. Non entro in riferimenti economici noiosi sui monopoli, ma la lezione che ho imparato negli anni dalla realtà delle cose che ci circondano è che senza qualcuno o qualcosa che mette pressione c’è il rischio di impantanarsi. Ci si adagia e non ci si mette in gioco. Indipendentemente da quanto effettivamente l’altro prodotto sia valido già solo la sua esistenza può portare a cambiamenti positivi.
Sarò sincero, non mi sono ancora fatto un’idea chiara del GST. Le criticità ci sono eccome, ma sono colmabili. Tireremo le somme dopo il quarto Slam, intanto qualche pensiero è venuto a galla.
Escludere tutti i concorsi per scandire in modo netto ogni gara e potersi concentrare sugli atleti anche dopo la competizione ha senso fino a un certo punto. I concorsi sono più emozionanti delle gare di mezzofondo molto spesso, soprattutto queste molto tattiche. Allo stesso tempo ha ragione anche Johnson quando dice che non è suo compito salvare tutta l’atletica e preferisce concentrare le proprie forze sulla parte “track” che reputa più accattivante e non su quella “field”. È suo diritto fare ciò che vuole con i soldi che ha raccolto (30 milioni di dollari). Peccato che i momenti noiosi restano e la funzione “tappa buchi” (con tutto il rispetto) dei concorsi resta fondamentale. Su due ore di trasmissione i minuti effettivi di gare solo su pista sono molto pochi, circa 30 minuti. Il resto non può essere solo interviste agli atleti e foto opportunity.
Il principale problema della versione di quest’anno però è la geografia. Io capisco che gli americani non sappiano distinguere su una mappa Germania, Francia e Spagna, ma fare quattro tappe pomeridiane negli Stati Uniti significa tagliare fuori mezzo mondo. Io sono un appassionato, ho Eurosport e mi guardo le gare in differita (potendo pure saltare le parti noiose, btw). Molti appassionati e atleti europei non hanno potuto seguire la maggior parte del GST, proprio perché “esclusi geograficamente”. Io adoro la cultura americana, tutta quella esaltazione del successo non necessaria, quella passione sfrenata per lo sport. Ma un progetto simile non può esimersi dal considerare l’Europa, i suoi atleti e i suoi spettatori. Un evento in Europa permette di essere seguito contemporaneamente in tutto il mondo, trovandosi “al centro”. Senza considerare la quantità di atleti che per la maggior parte del tempo gareggiano e vivono in Europa.
Qualcuno potrebbe replicare che delle quindici tappe di DL dieci siano in Europa e solo una in USA. Ma la questione fuso orario si ribalta. Dove si trova il punto di equilibrio?
E dall’altro lato c’è la DL in Cina, Xiamen prima, Shanghai poi. Abbiamo già parlato delle difficoltà “identitarie” della DL, ma le tappe cinesi sono peculiari. Con i mega stadi semi-vuoti, dal 2010 la tappa di Shanghai si è sempre svolta nel mese di maggio e negli ultimi due anni, dalla sua reintroduzione, a cavallo tra fine aprile e inizio maggio. Questo giocoforza fa sì che le prestazioni siano per la maggior parte non esaltanti e quindi il grosso dell’essenza della DL si perde: essere messi nelle condizioni migliori per fare grandi prestazioni, punti ranking e record.
Questi eventi diventano occasioni per gli atleti per rompere il ghiaccio, allenarsi in gara e correre gare “spurie” (300m, 1000m ecc.). Significa che hanno il loro senso, il loro scopo (oltre al fatto che ci sono soldi pure lì). Ma questo scopo mi sembra collidere con la fame di intrattenimento del pubblico. Poi capita che ad aprile Duplantis faccia il record del mondo o che Gudaf Tsegay corra 3’50”3 sui 1500m, ma nel frattempo ci sono Coleman che alla prima fa 10”13 nei 100m e Pichardo a mala pena 17 metri nel triplo.
Nel frattempo la gente non si appassiona, ma magari esagero io. Sono combattuto. Forse l’inizio di stagione è bello anche per questo, i grandi campioni che non performano e se ne parla. Avremo modo di farlo ancora. La stagione è appena iniziata.
Alla prossima settimana!
Jacopo
Curiosità dai social
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A proposito di americanate al GST
Bella idea ... .Bolt che scappa e Zelezny che cerca di infilarlo.
Mi sembra di capire che per fare un passo avanti bisogna farne prima uno indietro. Mi spiego: il recupero della sfida fra atleti e non con il tempo era alla base dei vecchi meetings. Ci sarebbero anche le sfide inizi 900 fra uomo e cavallo ma non credo che funzionerebbero. Ma tornando serio una cosa che potrebbe aiutare lo spettacolo su cui ho dubbi etici è l'introduzione di un sistema di scommesse sportive legali. Se ne può parlare senza stracciarsi le vesti?